25
nov
2021
"Posto occupato": un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza
AVPS, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne, ha deciso di occupare una sedia all'hub vaccini, presente nel territorio, dal periodo 22 - 28 Novembre.
Il progetto nasce da un' idea di Maria Andaloro, editore della rivista online "La Grande Testata", per ricordare le donne vittime di violenza.
Ma perché questo titolo? A chi è destinato il posto occupato?
Maria Andaloro è partita dal desiderio di ribellarsi alla catena crescente di femminicidi che insanguinano le nostre città, così ha pensato di allestire un posto simbolico e di occuparlo per quelle donne che non ci sono più, non hanno più un ruolo nella società civile, perché uccise da un uomo.
Occupare un posto per loro, con un oggetto rosso, un mazzo di chiavi, un paio di scarpe rosse, una borsa, vuol dire richiamare il ricordo di tante donne, vittime di un amore malato, e non chiudere gli occhi di fronte ad una violenza che riguarda tutti noi, perché la loro morte è il segno del nostro fallimento, di una società che non ha capito in tempo e che non è intervenuta e si propone anche l'obiettivo di contribuire ad educare i ragazzi al rispetto delle relazioni di genere.
Qual è l'obiettivo della campagna?
Denuncia l'assenza di una donna che avrebbe potuto essere con noi. Quella donna manca in tutte le attività del quotidiano, poteva essere una mamma, una professionista, un politico. Il senso è di rendere questa assenza-presenza una memoria tangibile e un monito per non sottovalutare i sintomi della violenza, perché il femminicidio è l'ultimo atto estremo commesso sul corpo di una donna. Prima c'è la violenza verbale, psicologica e economica. Se chi è vittima di violenza non ha indipendenza economica probabilmente continuerà a subire, che è soprattutto vero se ha dei figli. Lì s'innesca anche la violenza assistita dei bambini che se pure non vengono picchiati vivono le relazioni violente dei genitori.
Gli uomini sono la causa della violenza sulle donne?
La violenza è un problema culturale. Infatti Posto occupato è una campagna contro la violenza, non contro gli uomini: non è il maschio il nemico, ma la cultura violenta. La violenza di ogni genere, non solo quella contro le donne. Le discriminazioni sono i semi della violenza, perché se vivi in un luogo brutto, ti imbruttisci. Se vivi in un luogo violento, respiri quel linguaggio.
Posto occupato offre delle soluzioni al problema della violenza sulle donne?
Non dà soluzioni, ma tiene alta l'attenzione al problema. Tutti i giorni e ovunque. Fa percepire che cosa significa vivere senza un pezzo della società. Dobbiamo lavorare sull'educazione, sulla prevenzione e sull'informazione giusta. Agire dopo non serve, punire non è una soluzione. Bisogna lavorare nelle famiglie e nelle scuole per dare un messaggio di rispetto dell'altro. Perché un bambino diventa un buon adulto se è a contatto con degli adulti buoni.
Lo Stato può proteggere le donne dal femminicidio?
È giusto fidarsi delle istituzioni perché è un proprio diritto essere protetti. Fa molta più notizia il reato, mentre non sappiamo quante donne sono state salvate dalle autorità, per una questione di privacy. Posto occupato è nato anche per lanciare un messaggio di fiducia verso le istituzioni. Perché quando si dice che una donna è stata uccisa benché avesse sporto denuncia, è un messaggio devastante per una donna che vorrebbe chiedere aiuto alle autorità
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